Nei giorni scorsi Verdone aveva chiesto a Gian Luigi Rondi, presidente dei premi David, di spostare dal 29 febbraio al 7 marzo il termine ultimo dell'uscita in sala di un film per poter concorrere all'assegnazione di David, in modo che 'Grande, grosso & Verdone' potesse rientrare nei termini. La richiesta era stata accolta, ma subito erano scoppiate le polemiche. Tra gli altri, Paolo Virzì, il cui nuovo film 'Tutta la vita davanti' uscirà in sala il 14 marzo aveva detto che la decisone ''avvantaggia una sola persona''.
''Se questa richiesta di deroga deve esser considerata come un aiuto a Carlo Verdone - dice il regista - insieme al produttore De Laurentiis chiediamo di ritenere nulla la proposta di deroga. E quindi di partecipare per l'edizione successiva e non per l'attuale. Ritengo veramente umiliante veder scritto che avrei bisogno di aiuto. Non ho mai avuto bisogno di spinte e di aiuti da parte di nessuno in tutta la mia carriera. L'aiuto l'avrò solo ed esclusivamente dal film che ho fatto e del quale sono fiero. E ritengo molto dannoso non solo per me ma per i miei colleghi,in un momento in cui il Cinema Italiano è vivo e in straordinaria ripresa, accendere polemiche inesistenti e creare dissapori proprio in una fase in cui abbiamo preso a frequentarci e a batterci per la nostra cinematografia''.
Verdone ci tiene però a puntualizzare due cose: ''la prima è che dal 20 febbraio al 29 febbraio il mio film avrebbe avuto più di 12 programmazioni serali a pagamento (inserite nel Cinetel) nell'ambito di una capillare promozione. E quindi non classica 'furbata' della precipitosa proiezione per attestare una 'data di comodo'! La seconda è che in passato sono state chieste identiche deroghe da chi oggi contesta questa richiesta del mio produttore. Ma con signorilità e rispetto, ritengo di mantenere un'atmosfera pacifica di collaborazione con i miei colleghi che stimo e per i quali tifo''.
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