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martedì 27 maggio 2008

Don Zeno - L'uomo di Nomadelfia

Don ZenoIl bravo Giulio Scarpati, che qualche tempo fa abbiamo definito “l’uomo con la faccia da fiction”, torna sugli schermi di RaiUno, ancora una volta nei panni di un personaggio religioso, per una miniserie in due puntate dal titolo Don Zeno - L’uomo di Nomadelfia, che andrà in onda questa sera e domani sera in prima serata. L’attore interpreterà il ruolo del protagonista, di Don Zeno Saltini, fondatore della comunità cristiana Nomadelfia (dal greco: “Dove la fraternità è legge”), che da oltre 60 anni si occupa di bambini abbandonati.

La vita avventurosa di un uomo che ha lottato contro il potere di allora per i suoi ideali. Zeno Saltini era nato in un paese agricolo dell’Emilia nel 1900. Il nonno, in contraddizione con i tempi, aveva trasformato il suo vasto podere in una comunità dove non si faceva differenza fra padroni e dipendenti. Veniva da questo insegnamento la vocazione di Zeno per la vita religiosa e per la difesa dei più deboli, soprattutto dei bambini. Dopo la terribile esperienza della Grande Guerra (aveva diciotto anni) Zeno prese i voti e si dedicò alla fondazione di una piccola comunità cristiana, con l’entusiasmo e l’allegria di chi ama la vita ed è pronto a battersi per le sue idee.

Prima dovette scontrarsi coi latifondisti, poi fu perseguitato dai fascisti (subì anche un processo dal Tribunale Speciale). Durante la seconda guerra mondiale, quando metà dell’Italia era occupata dagli alleati occidentali e metà dai nazisti, traversò con grandi rischi la linea del fuoco, fra morti e macerie, per raggiungere il Sud ormai libero, e da lì risalire con i liberatori verso il Nord, cioè verso il suo piccolo paese. Dopo la guerra fondò nel vecchio campo di concentramento di Fossoli una comunità unica al mondo, e che in tutto il mondo diventerà famosa: Nomadelfia. Ebbe tutti contro: la gente avida di ricchezza, il Governo e anche gran parte della gerarchia ecclesiastica, al punto da essere costretto ad abbandonare la tonaca.

Il vero motore della storia - spiegano gli autori Nicola Badalucco, Giuseppe Badalucco e Franca De Angelis - è il carisma di Don Zeno, insieme al suo grande senso dello spettacolo e all’importanza attribuita alla comunicazione; dal 1945 iniziò a filmare tutto quello che faceva e per raccogliere fondi insegnò ai suoi ragazzi a cantare e a ballare. La regia è affidata a Gianluigi Calderone. Alle riprese hanno partecipato 100 attori tra italiani e bulgari, molti della zona di Modena, 1500 figuranti e sono stati utilizzati 700 costumi di varie epoche.

Le riprese si sono concluse nei pressi di Grosseto dove attualmente è attiva la comunità di Nomadelfia, in cui vivono circa 50 famiglie, 350 persone che come le prime comunità cristiane mettono ogni bene in comune, accolgono bambini in affido, non adoperano il denaro, lavorano e studiano nella cittadella dell’Utopia.

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