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venerdì 20 giugno 2008

Amy ko, addio concerti


«Ricoverata il più a lungo possibile»: questo l'annuncio del padre di Amy Winehouse che ha aggiornato i giornalisti, assiepati davanti all'ospedale dove la cantante è entrata lunedì in seguito a un improvviso svenimento, circa lo stato di salute della figlia. Amy sputa sangue, non riesce a mangiare, perde peso e ha il battito cardiaco irregolare. Secondo i medici potrebbe avere la tubercolosi. (Come già anticipato)

Che le condizioni della diva soul-jazz fossero molto serie, s'era saputo subito, compresa la diagnosi choc dei medici che hanno avvertito Amy d'essere stata lì lì per morire. Non è sufficiente quindi che l'artista prometta solennemente, come è successo a tanti altri divi, di «non farlo mai più». Smettere di bere e drogarsi non le assicurerà di salvarsi la vita, nell'immediato.

Quindi, ospedalizzazione a oltranza. Nella clinica dov'è ricoverata la Winehouse si fa sul serio. O le condizioni della voce più amata e odiata del momento sono così disperate da necessitare cure e controlli continui. Fatto sta che Amy da lì non si muove. E addio concerti, naturalmente.

Le attesisissime apparizioni della Winehouse al grande festival di Glastonbury e al concerto per i 90 anni di Nelson Mandela molto probabilmente non ci saranno, a meno di un miracolo (e anche in quel caso non è detto che i medici diano il loro benestare). I 150mila spettatori del Festival possono già comninciare a mettersi l'animo in pace. E Mandela pure. Mitch, il padre di Amy, scuote la testa. E non conferma le voci sulla possibile aritmia cardiaca che sarebbe stata riscontrata alla cantante.

Libero

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