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lunedì 7 luglio 2008

Il libro-confessione di Valeria


Neanche un metro e ottanta di burro può attenuare l'amarezza per l'unico traguardo dove l'ostinazione del Toro (il suo segno zodiacale) e la volontà feroce della Sardegna (di cui è originaria) non sono ancora riusciti a portarla: la maternità. La prima volta è successo con Giovannino, un libraio conosciuto a 14 anni: «Lui ne aveva trenta.

Quando sono rimasta incinta, ho dovuto rinunciare alla gravidanza che probabilmente avrebbe dato un'altra impostazione alla mia esistenza ». Poi con Vittorio Cecchi Gori, il grande amore: «Da un mese non avevo il ciclo ed ero certa di essere finalmente incinta... Ma una sera, dopo l'ennesima lite, ho avuto una tremenda emorragia. Non mi sono neanche fatta ricoverare... ». È successo di nuovo verso la fine del loro rapporto: «Ero disposta a qualsiasi sacrificio, ma quando ho dato la notizia a Vittorio, la sua risposta è stata: "E come facciamo ad andare in barca?"... Di comune accordo abbiamo deciso di interrompere la gravidanza, ma non ho mai smesso di pensare a un figlio. Ho anche tentato di adottarne uno. La legge italiana, però, non me lo consente perché sono single».

Non esagera Gianluca Lo Vetro a definire Valeria Marini «un capolavoro vivente di Popolarità» nella prefazione di «Lezioni intime», la biografia scritta a quattro mani per Cairo Editore, in libreria da giovedì prossimo. Dall'amore giovanile con Jovanotti («Ai tempi era solo Lorenzo Cherubini, mi chiamava Lilla) all'incontro con Federico Fellini («A Cinecittà mi ha pedinata finché non ci siamo presentati »). Con un inserto chiuso «Vietato ai minori» decisamente piccante, dove parla di misure maschili («Contano!»), dirty talking («Non farti remore»), autoerotismo («L'adoro da sempre») e défaillance
(«Non mi è mai capitato»).

Quattro capitoli sono dedicati a Cecchi Gori. «La prima volta che l'ho incontrato, a Palazzo Borghese, si stava facendo fare la manicure. "Ti dispiace se continuo?", mi ha chiesto... ». Sono cominciati così sei anni di altissimi e bassissimi, cementati dai problemi giudiziari di lui. «La sera della famosa irruzione eravamo stati a cena dal generale dei carabinieri Giovanni Narici... Su quella notte è stato scritto di tutto, compreso che io indossavo un baby doll: peccato che avessi una sottoveste nera». Lui le disse: «Togliti da questa storia, tu non c'entri». Valeria rimase.

«Mi ero impegnata a ricostruirgli un nucleo di amici veri. Al nostro tavolo si incrociavano personaggi di ogni ambiente: dalla famiglia Letta a Giuseppe Tornatore, da Fausto e Lella Bertinotti a Roberto Benigni e Nicoletta Braschi». Quando il compagno vende a Telecom Tmc1 e Tmc2, lei è contraria. «Consigliavo a Vittorio di trovare un'intesa con il Gruppo Fininvest. Ma mi sembrava di capire dai giornali che Massimo D'Alema fosse molto favorevole all'accordo con Telecom ». Con la Fiorentina non andrà meglio. «Tutti sostenevano che Vittorio avesse avuto tanti problemi perché si era messo contro Berlusconi, facendogli concorrenza con le tv. Ma la verità è che il Cavaliere è stato uno dei pochi ad averlo aiutato».

Il resto del libro è un concentrato di successi professionali: cinema, moda, teatro. E un'intervista a Vittorio Cecchi Gori, poco prima che finisse di nuovo in carcere, che ammette: «Valeria? In me c'è la voglia di sistemare tutto e tornare da lei vincitore».

Corriere

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