Altro che crisi dei reality. Il Grande Fratello resta fichissimo. Più vado avanti e più mi innamoro di questo programma. Il Gieffe non ti può far arrivare alla saturazione perché cambia completamente di anno in anno. Per un conduttore è il massimo.
La Marcuzzi ne ha anche per tutte le polemiche che, come ogni anno, si fanno sempre più vive con l’avvicinarsi della prima: il Gf è volgare, trash e chi più ne ha più ne metta. Come già la Ventura con l’Isola, Alessia non è d’accordo:
E basta con questi finti scandali… Francamente tutto ciò lo trovo un po’ bigotto. Ma voi ditemi chi non sente almeno una parolaccia parlando con un gruppo di persone? Fanno parte del linguaggio corrente. Non sopporto più che il Grande Fratello venga definito trash e volgare. I programmi volgari in tv sono altri.
Impeccabile, l’atteggiamento della conduttrice, ovviamente grata a un programma che le porta il meritato successo.
Di fatto, però, il Grande Fratello raccoglie in egual misura consensi e dissensi, è un format che divide e che, con il passare degli anni, necessita di iniezioni di battage mediatico, innovazioni e rumors che corrono veloci di bocca in bocca, per creare l’ihype necessaria.A chiacchierar con spettatori tradizionalisti, molti - fra quelli che il reality non lo trovano un po’ noioso - preferivano il sapore naif della prima edizione, senza fronzoli e sovrastrutture; moltissimi si dicono scettici di fronte all’invasione dei palinsesti da parte dei personaggi derivati. Volgare e trash, forse no. O meglio, può essere volgare, trash, un po’ noioso quanto può essere volgare, trash, un po’ noiosa la vita vera delle persone.
Lo si guarda, almeno nel kick off, per vedere se davverò sarà privo di aspiranti figuranti bellocci e modaioli - magari no -, se riuscirà a essere, almeno in parte, specchio del paese reale. Cosa di cui ci permettiamo, senza presunzione, di dubitare.
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