Povia si ferma a riflettere. Ha coniato con Francesco Baccini questo neologismo, "tornacontocrazia" per indicare un sistema dove ognuno agisce solo in base al suo tornoconto personale, e ne va parecchio fiero. Giura che se fosse stato ammesso a Sanremo, dove vinse nel 2006 con "Vorrei avere il becco" e dove quest'anno voleva presentarein coppia con l'amico la canzone "Uniti", avrebbe parlato di questo. Avrebbe polemizzato su un paese di egoisti, sulle major del disco, sulla necessità di nuove leggi per la musica leggera. A costo di far infuriare Baudo. "Ma siamo stati fatti fuori, ho detto che Sanremo è un Festival di sinistra e apriti cielo! E adesso sembriamo due sfigati che si incazzano. Però le cose le diremo lo stesso".
L'appuntamento con gli esclusi è il 27 febbraio, a Sanremo, con "Independent Music Day", un happening contro lo strapotere delle multinazionali del disco. "Non un Controfestival - giura Povia. - Piuttosto una manifestazione che vuole aiutare tutti. Anche Baudo ce ne sarà grato, se è intelligente".
L'obiettivo è proporre un disegno di legge sulla musica leggera. Indicarla come strumento di formazione culturale "perchè solo noi cantanti e le puttane non abbiamo un sindacato". Chiedere che il 40% della musica suonata in radio sia "musica popolare italiana", riportare l'Iva sui cd al 4%, e dimezzare le tasse dei locali che fanno musica live.
"Il pezzo è fortissimo. A Sanremo ci sono venti canzoni. Dubito che tutte e venti siano migliori di questa. Sono dell'idea che alcuni cantanti siano stati favoriti e altri lasciati fuori. Non accetto di essere giudicato da una giuria fatta di giornalisti sportivi. Nella giuria ci devono essere dei cantuatori".
Parli di Italia paese della tornacontocrazia, Ma Povia non cerca mai il proprio tornaconto?
"Il tornaconto serve anche a me, ma conta di più come ci si arriva. Io pago ancora 1000 euro al mese per una casa in affitto a Firenze. Non ho grande ambizione e non sono mai stato un santo".
Già, mai un santo. Povia la rivoluzione, prima di chiederla al Paese, l'ha dovuta attuare dentro di sè. "Ho avuto un passato difficile: problemi con la droga, dai 16 ai 22 anni una brutta depressione con attacchi di panico. Per sei mesi sono stato anche in comunità". Oggi ha 35 anni, una moglie, Teresa a cui sta insieme da quasi 15 anni. Due bambine, Emma e Amelia. Il 15 febbraio festeggia un anno. Un anno da quando ha buttato l'ultima sigaretta, dicendo addio al fumo. Alle altre dipendenze, come la cocaina, ha detto addio parecchi anni fa, senza farsi troppe domande. "E' arrivato un momento in cui ho smesso di capire. Ho deciso che dovevo fare".
Ragiona da tradizionalista (ma non da puritano!), si dà da fare per le cause sociali: visita ospedali oncologici, è appena tornato da Strasburgo dove ha tenuto un concerto a favore dei diritti dei minori, ha realizzato uno spot contro le stragi del sabato sera. Piaccia o non piaccia, è uno che la faccia la mette davvero. E anche la fatica.
Hai detto che Sanremo 2008 è di sinistra. Politicamente se uno della destra?
No, non sono di destra. Sono andato al family day, ma io e mia moglie ci siamo sposati dopo 11 anni insieme e per di più in comune. Sono andato lì per elencare le leggi che secondo me dovrebbero essere fatte urgentemente: quelle che tutelano i diritti dei minori, che sono i grandi di domani, le adozioni (eterosessuali), la ricerca scientifica, la costruzione di asili nido, gli ospedali infantili.
Perché sei così legato al mondo dell'infanzia?
"Perché il mondo dei bambini mi ha aiutato a superare i momenti difficili, un passato da adolescente contornato da una compagnia di sbandati. La meraviglia che hanno negli occhi, la loro fantasia che i grandi hanno sostituito col potere. Sono doni che vanno preservati"
Allora è vero che sei un cantante da Zecchino d'Oro?
Dopo 'I Bambini fanno oh' e la vittoria a Sanremo con "il piccione", hanno scritto che faccio canzoni da Zecchino d'Oro. Ho pensato che era vero; il leit motiv della canzone era l'amore tra due persone capace di durare tutta una vita, ma forse il tubare dei piccioni me lo potevo risparmiare..."
Il 4 ottobre 2007, a due anni e mezzo di distanza dal suo ultimo lavoro discografico, Povia ha pubblicato "La storia continua… La Tavola Rotonda"‘ (su etichetta Target e distribuito da Deltadischi), il suo nuovo album. Il primo singolo estratto è "È meglio vivere una spiritualità". C'è un Povia cresciuto, rispetto a quello degli altri album, che parla di amicizia, di responsabilità degli uomini nei confronti di un mondo che non va ''consumato'' ma salvato e che non fa il verso di nessun tipo di animale. "Canto valori semplici, - spiega - ma fondamentali. Se le radio le passassero forse piacerebbero al pubblico.
Boicottato anche dalle radio?
Non lo so, ditelo voi: il disco è uscito a ottobre. Qualcuno l'ha sentito?
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